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Salviamo la scuola pubblica: Anci Campania è al fianco di Regione e operatori scolastici

1/2/2023 - Salviamo la scuola. Attorno a queste tre parole si rafforza un’alleanza tra operatori scolastici, sindacati e istituzioni a partire da Regione e Comuni. No al dimensionamento scolastico che “sulla Campania sarebbe una slavina” e no a salari differenziati per i docenti.



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Rete Civica Metropolitana

 La Regione Campania chiama a raccolta il mondo della scuola per un’assemblea generale che suona come una chiamata alle armi. Ieri in sala col presidente della Campania Vincenzo De Luca e l’assessore regionale alla Scuola Lucia Fortini, docenti, personale, associazionismo, il presidente di Anci Campania Carlo Marino e, collegato in video, l’assessore regionale della Puglia Sebastiano Leo.

FORTINI – «Dobbiamo cercare di fermare le nuove regole del dimensionamento scolastico – spiega l’assessore Fortini -. Le persone che non masticano di scuola non si rendono conto di quale possa essere l’impatto devastante sulla nostra regione. Noi abbiamo bisogno di attenzione, le scuole hanno bisogno di avere dei numeri che riescano a governare, un dirigente scolastico non può immaginare di governare 10 plessi, e ci sono delle realtà che devono avere delle dimensioni ridotte. Tra l’altro le nuove regole di dimensionamento – spiega – ridurrebbero drasticamente personale Ata, dirigenti scolastici, assistenti amministrativi e a un certo punto anche docenti, perché chiaramente con numeri più alti le classi saranno composte da un maggior numero di studenti». «Dobbiamo assolutamente frenare questa idea di scuola – è l’ appello che viene da Napoli – che non è la nostra. Noi abbiamo bisogno di dimensioni a misura di studente e studentessa, e non si comprende perché per una questione di calo demografico una politica come questa andrà a colpire proprio le famiglie che, con contratti a tempo indeterminato, penso ai docenti, al personale Ata, ai dirigenti, non avranno più la sicurezza e probabilmente non metteranno famiglia e non faranno figli. E’ una politica assolutamente sbagliata. Quanti e quali istituti a rischio chiusura o cambiamenti? Dovrebbero essere 150 solo nei primi anni, un vero disastro. Il tema però è che le persone si occupano di dimensionamento e accorpamenti quando riguarda la propria scuola, questo è sbagliato. Non dobbiamo lavorare per il nostro interesse – conclude Fortini – ma per l’interesse di tutta la comunità».

MARINO E PISANI – Temi che vengono rilanciato dai sindaci di Anci Campania, presenti numerosi alla Stazione Marittima (ci sono tra gli altri il Segretario generale di Anci, Nello D’Auria, la sindaca Ilaria Abagnale, i sindaci Gianfranco Valiante e Antonio Pannone). Stefano Pisani, coordinatore Piccoli Comuni, e Carlo Marino, presidente di Anci Campania, ribadiscono lo stesso concetto anche dal palco della Stazione Marittima: «Il tema centrale è la scuola. La scuola per noi è la famiglia, la conoscenza, la formazione della nuova classe dirigente, dei nostri giovani. Salvarla significa mantenere posti di lavoro ma soprattutto competenze, con una riorganizzazione dei servizi e dell’edilizia scolastica, con un modello efficiente ed efficace per dare risposte alle nostre comunità». «I sindaci della Campania – spiegano Marino e Pisani – si sono riuniti e si incontreranno anche nelle prossime settimane per essere alternativi a quell’articolo della finanziaria che assolutamente non condividiamo, ma soprattutto propositivi rispetto a che finalmente la scuola diventi centrale rispetto alle costruzioni delle nostre città».

DE LUCA – No alla privatizzazione della scuola. Lo ripete più volte il presidente della Campania De Luca. «Con questa grande manifestazione – afferma De Luca – la Campania promuove una mobilitazione di massa che vogliamo estendere a tutta Italia per difendere la scuola pubblica. Un passo alla volta ci stiamo avvicinando all’obiettivo di privatizzare anche la scuola pubblica che, insieme alla sanità, resta il principale servizio di civiltà del nostro Paese». Dichiarazioni che motivano una dura decisione da parte del governatore: «Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale. Siamo i primi a farlo – ha sottolineato il governatore campano – speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano».

IL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO – Gli Uffici scolastici regionali e provinciali hanno iniziato a pubblicare i piani di dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2023/24. Nella Legge di Bilancio, infatti, è prevista una norma sul dimensionamento scolastico con un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025. Le fusioni sono concentrate nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più complessa. Secondo alcune stime, tra le Regioni più penalizzate ci sarebbe proprio la Campania con oltre 140 fusioni, tagli di personale e di dirigenti scolastici.