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La Città Metropolitana di Napoli celebra la giornata internazionale con un convegno sulle famiglie omogenitoriali

17/5/2024 - In occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, la Città Metropolitana di Napoli ha promosso un momento di riflessione con docenti, psicologi, giornalisti ed esperti del settore. Non sono mancate le testimonianze di chi vive quella che, nel nostro Paese, è ancora una situazione difficile



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Rete Civica Metropolitana

Cosa significa essere genitore oggi e come si declina questa parola nella molteplicità e varietà delle famiglie italiane? Nella giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, la Città Metropolitana di Napoli ha organizzato un convegno nella Sala del Consiglio del Complesso monumentale di Santa Maria la Nova sul tema “Riconoscimento delle famiglie omogenitoriali: l’importanza di un linguaggio gentile ed inclusivo”.
Un evento formativo/informativo per aprire una riflessione sul valore che oggi la società assegna alle parole e sull’impatto che le stesse hanno sul benessere delle persone, per sensibilizzare i partecipanti a utilizzare un linguaggio corretto e gentile, anche in ambito professionale.
La Città Metropolitana di Napoli, partner della RE.A.D.Y. (Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per l’orientamento sessuale e l’identità di genere), è convinta che sia necessario costruire un linguaggio nuovo, educato, gentile ed inclusivo, per descrivere correttamente esperienze nuove per la nostra società, oltre che per contribuire al loro riconoscimento e alla tutela del loro diritto all’esistenza.
Ed è per questo che l’evento ha ottenuto anche il riconoscimento di sei crediti deontologici per la formazione obbligatoria dei giornalisti.
Durante l’incontro al quale hanno partecipato esponenti istituzionali, consigliere di parità e docenti universitarie di vari atenei (Federico II di Napoli, Tor Vergata di Roma e Università degli Studi di Bergamo), nonché professionisti dell’informazione, si è partiti proprio dall’uso corretto o distorto del linguaggio. Le parole ‘genitore’ e ‘famiglia’, infatti, non contengono nessuna accezione biologica e anzi nell’etimologia romana la famiglia indicava una comunità di persone che dimoravano insieme e portavano avanti un comune progetto di vita. Un concetto moderno che si basa sulle relazioni sociali tra i vari membri del nucleo familiare senza alcun riferimento biologico. Allo stesso modo il genitore è colui che porta avanti un progetto educativo per un figlio, nel valore sociale che questo comporta, senza una necessaria implicazione biologica, superando di fatto i più tradizionali ‘padre’ e ‘madre’.
Tutti i relatori hanno poi sottolineato, da vari punti di vista, il ruolo dei media nella trasmissione linguistica e culturale di un popolo, come pure la crescente osmosi – sui social media e nel talk show – tra vita privata e vita professionale ribadendo, ancora una volta, l’importanza di un linguaggio adatto.
Nella giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia si è fatto anche un excursus storico-linguistico intorno alle parole che negli anni hanno portato a identificare i confini dell’alterità rispetto a una supposta identità maggioritaria, ancorata allo stereotipo della normalità nei comportamenti. E così, nel corso degli anni, sono apparse le parole ‘lesbica’ (1895), ‘omosessuale’ (1908), omolesbico (2000), transfobo (2008) e così via per rappresentare le diversità.
Molto significative le esperienze di omogenitorialità e co-genitorialità narrate dai protagonisti in sala o collegati da remoto, con la narrazione di tutte le difficoltà per districarsi nella legislazione italiana dell’affido temporaneo e dell’adozione. Accanto al tema della diversità, si sono toccati anche i temi della disabilità e della violenza sulle donne.